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Il cristallino, Salute

“Non pensare mai all’orso bianco” di Gualtiero Giovando

Non pensare mai all’orso bianco di Gualtiero Giovando
Posted: 06/10/2015 alle 10:40 am   /   by   /   comments (0)

Affrontare la malattia, il Parkinson, trovando la risorsa in se stessi. “Non pensare mai all’orso bianco” è il titolo del libro pubblicato da Gualtiero Giovando, ricercatore e autore di numerosi brevetti che tempo fa ha avuto diagnosi di parkinsonismo. Nel suo libro edito dalla SP Joy racconta sia l’esordio della malattia che tutte le pratiche collaterali sperimentate negli anni per contrastare il suo avanzare. Nell’affrontare temi come il pregiudizio e l’emotività, il libro di Giovando non è un manuale di “auto-medicazione”, piuttosto un invito a trovare in se stessi la dimensione giusta per saltare il grande ostacolo costituito dalla malattia, in questo caso il Parkinson.

Nessuna intenzione di superare i medici o contrastarli ma un percorso fatto di consapevolezza, resilienza ed ironia che può davvero essere significativo e può dare risultati, al corpo ma soprattutto all’anima. Ognuno di noi ha un “orso bianco” a cui non riesce a non pensare (non anticipiamo nulla sul significato del titolo e del libro) ma un modo per depotenziarlo c’è. Una dolce e irrimediabile lotta quotidiana alla scoperta delle meraviglie della vita può essere un grande antidoto alle malattie ma soprattutto al carico di emozioni negative che portano con loro.”ESSERE I MIGLIORI MEDICI DI SE STESSI, vuol dire prendersi cura di se stessi, con attenzione, osservare gli effetti di cibo, quantità, qualità, alcol… capire anche come i farmaci funzionano, per poter dare un feedback utile a chi ce lo prescrive. Insomma, se non siamo noi per primi a prenderci cura di noi stessi, come possiamo aspettarci che la qualità della vita possa rimanere buona anche con una malattia degenerativa?”  spiega Giovando.
Scelto da Rivistainforma.it perché: “Non pensare mai all’orso bianco” è un libro per tutti. Scritto con passione e determinazione rivela, ancora una volta, come la più grande risorsa sia nascosta in ognuno di noi e non vada cercata altrove. Una forza in grado di sorprendere tutti, anche la malattia.