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Approfondimenti

La società del 4 per cento – Uno studio sulle caratteristiche della società italiana Parte 2 – Fotografia dell’italiano “medio”

Posted: 28/09/2015 alle 11:17 am   /   by   /   comments (0)

La ricerca condotta da Antonio Preiti per l’Associazione Libertà Eguale (consultabile sul www.academia.edu) (metodologia e campionamento vedi parte 1) ha fatto emergere alcune caratteristiche della società italiana nel suo insieme che proverò a sintetizzare. Aspetti considerati sono: consumi culturali, internet e digitale, atteggiamento verso la politica, opinioni sulla propria vita e la percezione del mondo.

consumi culturali la metà degli italiani intervistati (51%) non legge mai i quotidiani, mentre solo una piccola parte, il 15% ne legge uno tutti i giorni. Peggio per il teatro: l’82% non è mai stata a teatro, uno sparuto 0,5% ci va con continuità. Un po’ meglio il cinema (ma neanche tanto): il 54,4% non è mai stata al cinema, il 42,8% qualche volta in un anno, il 2,7% una volta al mese. I musei quasi alla stregua del teatro: il 75% mai visitato un museo, il 24,4% qualche volta all’anno, lo 0,6 % una volta la mese.

Internet e il digitale spaccano il Paese in due: il 52,2%  utilizza con regolarità un pc, il 43% non l’ha mai usato, un 4,8% lo usa occasionalmente. Come lo usano? Per la lettura di testi, articoli, anche libri, ma più della metà di quelli che sono su internet, 53,7%, utilizza i social, quasi il 40% le mail e quasi l’11% i network professional. Altre attività su internet sono le informazioni giornalistiche (61%), merci e prodotti vari (58,5%), sanità e salute (48,3%)  istruzione (42,4%), un 20,8% vi cerca lavoro. Interessante il rapporto cittadini – internet – PA (Pubblica Amministrazione): un 44,4% di chi si relaziona alla PA in digitale ha difficoltà a seguire lo stato di una pratica, il 39,3% trova le info poco chiare, il 29,3 % riscontra problemi tecnici del sito, oltre il 51% o non trova le info giuste o non trova servizi disponibili.

atteggiamento verso la politica è giustamente sintetizzata nel rapporto con le parole: distanza e rifiuto. Infatti il 41,5% nella scala da 0 a 10 dà voto 0 ai partiti, con una media di voto veramente risibile: 2,2. Nonostante il giudizio così nettamente negativo gli italiani seguono la politica e si informano abbastanza: il 15,3% ne parla tutti i gironi, il 33,3% qualche volta a settimana, il 28,6% mai. In che modo la seguono e si informano? La parte del leone la fa la televisione con il 56,5%; solo il 20% con i quotidiani, ma ci sono anche le relazioni personali (amici, parenti, colleghi, ecc) che totalizzano quasi un 40%. Chi non si occupa di politica è in gran parte disinteressato (68%), ma un 30,2% perché è sfiduciato e per l’11,7% è troppo complicata. La partecipazione alla vita pubblica è veramente minimale: solo il 7% fa volontariato e percentuali inferiori  si dedicano ad associazioni, sindacato. Idem per le donazioni in danaro: parrocchia, associazioni, poco a partiti e sindacati.

Vita personale e percezione del mondo: una maggioranza schiacciante (78%) non ha fiducia negli altri, ed è un dato su cui riflettere seriamente per le conseguenze che ha sulla vita collettiva. A ciò si contrappone una certa soddisfazione per la propria vita: una metà (49,8%) dà voto 6, un 20% la giudica male o pessima, e circa altrettanto (19,6%) la ritiene appena sufficiente. I veri soddisfatti sono l’11,2% con giudizio ottimo.  Interrogati sul futuro le ripartizioni sono abbastanza simili nei risultati: il 26,3% non sa fare una previsione; il 26,9% lo immagina uguale al presente; il 24,2% lo immagina peggiore; solo un 22,7% è ottimista e lo pensa migliore. La fiducia nelle istituzioni vede al primo posto (62%) le forze dell’ordine con voto da 6 in su; molto distanziati comuni, giustizia, ultimi Parlamento e Regioni. La percezione di sicurezza si situa nel 48% tra molto o abbastanza soddisfatti; chi è poco o nulla soddisfatto è il 43%, con un 10% di grande insicurezza fino a non uscire di casa. Sul lavoro gran parte della popolazione (73%) non riscontra grandi problemi e solo un 27% circa ne è insoddisfatto.

I numeri appena esposti rappresentano un quadro che è forse a tutti noi abbastanza noto, ma la conferma della statistica se da un lato ci rassicura sulla validità della percezione, dall’altro non conforta per le caratteristiche dell’italiano “medio” che ne vengono fuori.

Nel prossimo articolo passeremo all’analisi dei 4 profili che la cluster analysis ha fatto emergere, operando la coagulazione delle risposte intorno alle variabili di cui è già detto, e cioè: istruzione, lavoro, sfiducia verso gli altri e mondo digitale.

Terza parte