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Salute

Imparare a convive col diabete

Posted: 28/11/2011 alle 7:43 pm   /   by   /   comments (0)

Monica Priore, 35 anni, di Mesagne (Brindisi), diabetica di tipo 1, definita il “Sogno blu”del nuoto, protagonista di straordinarie imprese, racconta alla Redazione di Informa la sua soddisfazione più grande: essere diventata un esempio per gli altri. 

  • A qual età hai scoperto di avere il diabete?
    A soli cinque anni , nel 1981. In quegli anni, l’atteggiamento rispetto alla malattia era più stigmatizzante, i medici, ad esempio, consigliarono ai miei genitori di non farmi praticare attività sportive troppo impegnative. I miei familiari divennero apprensivi, mi sentivo come in una campana di vetro. 
  • Come è cambiata la tua vita ,se è cambiata, dal momento della diagnosi?
    Sì certo, è cambiata molto. Inconsciamente, forse per un processo di autodifesa, ho cancellato molti ricordi della mia infanzia ed ho scoperto che come me tanti altri diabetici, hanno fatto lo stesso. È inaccettabile, scoprire da piccoli di dover convivere una vita intera col diabete, all’inizio lo rifiuti, non vuoi accettare la malattia e così inizi a covare tanta rabbia.
  • Quando ti sei avvicinata allo sport e quale difficoltà hai trovato?
    A 12 anni, ho iniziato a giocare a pallavolo convinta di poter canalizzare tutta la mia rabbia nello sport. Riscattarmi dalla malattia, da quel senso di diversità che vivevo. A 17 anni, sono entrata in Federazione ed ho incontrato la prima grande difficoltà: per svolgere l’attività agonistica è necessario avere il certificato medico del diabetologo che attesta un buon compenso glico-metabolico, che io non ebbi, così decisi per ripiego di dedicarmi al nuoto. Anche lì all’inizio, ho incontrato alcune difficoltà, gli istruttori tendevano sempre a trattarmi diversamente dagli altri atleti per paura di miei malori, ma pian piano arrivarono le prime soddisfazioni, nel 2004, per esempio, nelle gare regionali di stile libero, conquistando un  bronzo.
  • Quali benefici ha portato lo sport nella tua vita?
    Ho imparato come reagisce il mio corpo allo sforzo fisico e a gestire la mia condizione di diabetica. Per esempio, praticando sport regolarmente, ho iniziato a diminuire le unità di insulina giornaliere. Non sentivo più la mia intera esistenza condizionata, ero io a controllarla. Ne consegue una maggiore autostima , e poi, salire sul podio della vita è una grande gratifica! 
  • Quando hai pensato di compiere delle imprese memorabili?
    Il 21 Luglio 2007, ho attraversato a nuoto lo stretto di Messina: prima diabetica in Europa a compiere questa impresa. Volevo dimostrare a me stessa e a chi come me, è affetto da questa patologia, che con volontà e  determinazione, siamo in grado di raggiungere traguardi, una volta impensabili.  Nel 2010, un’altra donna diabetica, ha ripetuto la traversata, sono felice di aver dato l’esempio, nel nuoto , con le mie imprese, è proprio il caso di dire, che ho aperto le acque a tante altre persone. Il 4 Settembre del 2010, ho attraversato, Capri- Meta di Sorrento, 21 km col vento di maestrale sfavorevole e le acque agitate. Il riconoscimento del Presidente della Repubblica Napolitano, una medaglia per l’impresa, molti grandi nuotatori mi chiamarono per congratularsi, ma la soddisfazione più grande, fu trovare a Meta di Sorrento, tanti ragazzi diabetici ad aspettarmi. Chiamandomi per scherzo “Vip”, dicono che sono una”Wonder Woman” , ma io sento di essere solo una persona messasi in gioco per dimostrare agli altri che con grande impegno e determinazione, si può raggiungere qualsiasi traguardo, senza doversi per forza sentire diversi dal resto del mondo.
  • Quale messaggio vuoi mandare alle persone vittime del diabete?
    Imparare a volersi bene. Capire che curandosi nel migliore dei modi, con tutti gli strumenti che oggi abbiamo a disposizione, nulla ci è precluso, non siamo più vittime del diabete. Medici sportivi del Coni, sottoponendomi a diversi test fisici hanno riscontrato che  ho le stesse caratteristiche fisiche comuni a tanti atleti. Imparando a convivere con questa malattia e gestendola nel migliore dei modi, è possibile vivere una vita normale, senza tante preclusioni e perché no, vivere anche una vita da campioni!
 
Linda Ansalone – Redattrice Informa