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Editoriale

Lo stivale è extralarge

Posted: 05/03/2010 alle 2:33 pm   /   by   /   comments (0)

Continua ad aumentare in Italia il numero delle persone extralarge. A partire dai bambini, i più paffuti d’Europa… un fenomeno che preoccupa gli scienziati, che lo paragonano ad un’epidemia!

Il dato certo e allarmante è che purtroppo in Italia la cattiva alimentazione e la televisione battono il gioco e l’attività fisica all’aria aperta: è quanto emerge da uno studio, finanziato dall’ Unione europea, che ha confrontato stili di vita, comportamenti e abitudini dei bimbi di Italia, Danimarca e Polonia. Il risultato, per il nostro Paese, non e’ certo lusinghiero: i baby italiani, infatti, sono quelli con il maggiore tasso di sovrappeso e obesità infantile. E sul banco degli imputati finisce, ancora una volta, la cattiva alimentazione: i nostri piccoli sembrano essere i più indisciplinati, non mangiano mai verdura cruda e ben il 40% non consuma mai verdura cotta. Inoltre solo poco più della metà dei nostri figli consuma frutta almeno una volta al giorno. In compenso spetta a noi il primato in classifica delle famiglie che comprano cibi confezionati. Se poi alle abitudini alimentari colleghiamo l’altro dato allarmante, quello della scarsa attività fisica, il quadro non può che peggiorare; i bambini italiani, infatti, sono quelli che si muovono di meno: solo il 18,2% pratica sport, ma in compenso primeggiano nelle ore trascorse davanti alla televisione!

Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità, il sovrappeso è la vera emergenza del terzo millennio: porta con sé malattie cardiocircolatorie, diabete mellito, osteoporosi, diversi tipi di tumore e costa allo Stato, in termini di cure, qualcosa come 22,8 miliardi di euro l’anno».

InForma è stato sicuramente precursore del problema ed ha sensibilizzato i suoi lettori sin dalle primissime uscite della rivista (*) ma alla luce de recenti giustificati allarmismi è opportuno e doveroso richiamare nuovamente l’attenzione sull’argomento.

Il 2010, infatti, è stato dichiarato “Anno di Lotta all’Obesità”.

Medici, strutture sanitarie locali ed esperti di nutrizione scenderanno in campo per divulgare e promuovere i princìpi della sana e corretta alimentazione: un’iniziativa che toccherà in modo diretto milioni di famiglie in tutta Italia, grazie all’appoggio e al coinvolgimento proprio dei medici di base.

Promossa da FIMMG (Federazione Italiana Medici di Medicina Generale), Federsanità ANCI (Aziende Sanitarie e Comuni per L’integrazione socio-sanitaria) e AssoTisanoreica, l’iniziativa si propone di affrontare in modo diretto un problema troppo a lungo ignorato e sottovalutato, ma oggi sempre più diffuso.

Negli ultimi decenni, infatti, stiamo vivendo un paradosso costituito dal fatto che metà della popolazione mondiale soffre e muore di fame mentre l’altra metà soffre e muore per le conseguenze della sovralimentazione.

“Il discorso, ha precisato Michele Carruba, docente di Farmacologia e direttore del Centro studi sull’obesità dell’università di Milano, è che mangiamo male e troppo. Non in assoluto, ma in funzione di quanto consumiamo. Abbiamo ridotto sostanzialmente l’attività fisica perché grazie allo sviluppo tecnologico tutto è a portata di telecomando e viviamo praticamente con il telefono in tasca. Questo fa accumulare grasso. Non ci si muove e non si cammina più. Gli effetti si vedono, siamo al 5 per cento per il diabete nella popolazione italiana con 170 mila casi di infarto l’anno, di cui la metà mortali”.

«Fino a due generazioni fa» dice Carruba «molte persone facevano lavori di fatica nei campi o in fabbrica, ora la maggioranza sta dietro una scrivania. Non si alza mai dalla sedia, per fare le scale usa l’ascensore e in ufficio va in macchina. Per sconfiggere l’obesità non basta perdere 10 o 20 chili. È indispensabile il movimento. Nella vita normale facciamo 5 mila passi al giorno. Per stare bene dovremmo farne 10 mila: mezz’ora di cammino. Mantenere i muscoli attivi serve a facilitare un buon livello di metabolismo. Il muscolo, infatti, è un tessuto vivo, in continuo rinnovamento e con richieste metaboliche molto superiori rispetto al tessuto grasso».

«Il primo atto di questa battaglia» spiega Donatella Alesso, vicepresidente scientifico di Fimmg (Federazione Italiana Medici di Famiglia), «è aumentare la sensibilità e la conoscenza da parte dei medici. Faremo corsi di formazione in tutta Italia. I dottori impareranno indicazioni e controindicazioni di ogni dieta, forniranno ai cittadini nozioni di base sulla corretta alimentazione e indirizzeranno gli obesi a specialisti esperti. Ma soprattutto, con la tecnica del colloquio motivazionale, sapranno rafforzare la spinta del paziente a dimagrire e troveranno insieme la soluzione che meglio si attaglia al suo caso».

Ora la via è tracciata, ma molto dipende dalle scelte comportamentali di ciascuno di noi: occorre adoperarsi attivamente per invertire la tendenza degli ultimi decenni alla riduzione dei livelli di attività fisica. L’infanzia è un periodo importante in cui infondere la preferenza per comportamenti salutari, in cui imparare tecniche di vita utili a mantenere uno stile di vita sano, e le scuole giocano chiaramente un ruolo cruciale in tal senso: tre ore di sport settimanale obbligatorie nelle scuole, ad esempio, e’ quanto chiede il Parlamento europeo per contrastare il crescente fenomeno dell’obesità tra i giovani e per far sì che per i bimbi italiani lo sport non sia più un oggetto misterioso ma una componente fondamentale per il loro sviluppo fisico e psichico.

*(L’obesità – dott. Giovanbattista Adesso – medico endocrinologo – InForma Aprile 2008; Obesità in pediatria – dott. Mario Cioffi – pediatra – InForma settembre 2008; ndr)

Dott.ssa Carla Sessa – Direttore Informa