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Prevenzione

Una scossa per la vita

Posted: 01/09/2008 alle 6:05 pm   /   by   /   comments (0)

Mary Shelley scrittrice, saggista e biografa inglese nel 1818 pubblicò un grande classico della letteratura mondiale: “Frankestein”, nel quale teorizzava di richiamare un individuo dalla morte attraverso l’uso di una fonte di energia esterna al corpo.

Dalla fantasia della Shelley alla realtà di Peter Christian Abildgaard, medico e veterinario danese, che riuscì con l’uso di una scarica elettrica a far ripartire il cuore di una gallina. La scoperta di Abilgaard fu alla base di una grande rivoluzione nella medicina: l’utilizzo della corrente elettrica per la cura della fibrillazione ventricolare (FV).

La FV è dovuta ad impulsi cardiaci che, scatenatisi all’interno della massa muscolare ventricolare, eccitano prima una porzione del muscolo ventricolare, e poi un’altra, poi un’altra ancora, e poi ritornano su se stessi, rieccitando la stessa muscolatura del ventricolo in modo ripetuto ed incessantemente. Quando questo accade non si avrà mai una contrazione coordinata che coinvolga tutta in una volta la muscolatura ventricolare, per cui non si avrà azione di pompa.

In altre parole, immaginate che io e voi dobbiamo portare un mobile fuori da una stanza. Se ci muoveremo in maniera coordinata avremo successo, ma se ognuno tira e spinge senza movimento comune, il mobile rimarrà nella stanza. Sostituite il sangue al mobile, i ventricoli alla camera e le fibre muscolari cardiache a noi. Se interviene la FV all’interno del cuore c’è una situazione di caos elettrico (e quindi contrattile) che causa l’arresto della “pompa” cardiaca, ovvero della spremitura del sangue verso la circolazione (e quindi verso cervello e coronarie).

È la più grave di tutte le aritmie cardiache e bastano pochi secondi che la persona colpita perde conoscenza. Statisticamente ogni anno una persona su mille viene colpita dalla cosiddetta morte cardiaca improvvisa, per cui, su un campione come quello della popolazione italiana, si traduce in circa 60.000 casi all’anno, cioè circa 150 persone ogni giorno, una ogni 9 minuti.

La fibrillazione ventricolare è risolvibile solo provocando uno shock elettrico da parte di un defibrillatore, il quale produce l’azzeramento elettrico, con successiva ripresa dell’attività elettrica del cuore e quindi della contrattilità. La tempestività in questi casi è determinante: ogni minuto che trascorre fa diminuire del 7-10% la possibilità di sopravvivenza.

L’utilizzo del Defibrillatore sino a poco tempo fa era riservato esclusivamente al personale medico, ma per fortuna, le nuove tecnologie hanno permesso di realizzare dei Defibrillatori “intelligenti” in grado di riconoscere in maniera infallibile la fibrillazione ventricolare; l’utilizzo della macchina è estremamente semplice, molto più semplice di quello di alcuni apparecchi che usiamo quotidianamente. La legge n. 69 del 19 marzo 2004 ha autorizzato l’uso dei defibrillatori anche da parte di “personale” non sanitario che abbia ricevuto una formazione specifica. Purtroppo a causa dei ritardi legislativi ed organizzativi accumulati, l’Italia rischia di perdere terreno nel campo del PALS (pubblico accesso alla defibrillazione precoce), mancando la possibilità di aumentare la percentuale e la qualità di sopravvivenza in corso di ACC.

La società però sembra in grado di correre più forte del legislatore e della burocrazia, mettendo in campo forze proprie, infatti, grazie alle campagne pubblicitarie ed all’interessamento di vari soggetti pubblici e privati, sono già realtà i defibrillatori in numerosi stadi, aeroporti, grandi magazzini, fabbriche ed in luoghi di grande aggregazione dove, in caso di emergenza, possono essere usati anche da “laici” istruiti a proprie spese o in collaborazione con gli organismi preposti.

A tal proposito voglio citare una frase tratta da InFormaCuore n° 18 (organo informativo di CONACUORE), a firma del presidente Gianni Spinella: “La vera priorità è la formazione dei cittadini all’emergenza: in particolare sarebbe quanto mai opportuno addestrare i futuri cittadini, cioè i ragazzi delle Scuole (specialmente gli studenti dell’ultimo biennio delle Superiori). Ma anche gli studenti di Medicina e di Infermieristica trarrebbero grande giovamento se la pratica del soccorso diventasse curricolare nelle nostre Università”. Sempre rimanendo nel campo dei buoni propositi: il 26/07/2007 l’assemblea legislativa della Regione Emilia Romagna ha approvato un pdl per promuovere l’utilizzo dei DAE nei luoghi particolarmente frequentati: scuole, palestre, stadi, centri anziani, centri commerciali, e nelle zone montane e rurali dove l’arrivo delle ambulanze in tempi rapidi è più difficile.

La “macchina” è dunque in movimento, anche nella nostra Regione; ed è pregevole l’iniziativa di alcuni privati come ad esempio il centro fitness “Alexa Wellness Club”, che con spirito di solidarietà e rispetto della vita altrui si è dotato di un defibrillatore semiautomatico, divenendo un punto di riferimento per il pronto soccorso cardiaco, a beneficio dell’intera comunità di Pellezzano.

Dott. Adolfo Stellato