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Salute

Un contributo psicologico all’ argomento: “dis-abilità”

Posted: 25/10/2014 alle 3:00 pm   /   by   /   comments (0)

La psicologia ha contribuito a dare una visione ampia della disabilità, comprendendo la connotazione biologica- sociale, e fornendo un’immagine globale dell’individuo.

Spesso si ha un atteggiamento “di pietà” nei confronti dei disabili, e diventano invisibili tutte le caratteristiche che fanno del disabile una persona. Infatti, non bisogna dimenticare che i disabili, intendendo la parola nel suo globale significato, sono persone e in quanto tali hanno delle preferenze, delle attitudini, delle potenzialità, un’identità che non può e non deve essere violata.

Le barriere nei confronti delle persone disabili non sono solo architettoniche, ma anche psicologiche, legate alle reazioni dell’ambiente circostante nei confronti delle “disabilità”. La dipendenza è la condizione di molti disabili, che non possono evitare l’aiuto di terzi e talvolta si abbandonano a loro, i quali decidono, regolano, agiscono e il disabile perde sempre di più l’autonomia. Molto spesso non si è capaci di istaurare un rapporto con una persona disabile, perché le basi sono quelle della compassione, commiserazione, e non si valuta che tali atteggiamenti possono dare fastidio e sembrare di “circostanza”. Aiutare è una virtù, ma bisogna farlo solo se viene chiesto. Non bisogna sottovalutare che l’assistenza è un servizio, che permette alle persone con disabilità di accedere a condizioni di vita di pari opportunità rispetto alle persone non disabili; imparando nuovi modi di affrontare le situazioni della vita quotidiana, legate a essi, per una sempre maggiore autonomia personale e comportamentale. Chi vuole aiutare una persona disabile, deve lasciargli la facoltà di scegliere, decidere, riducendo il più possibile la distanza tra il chi assiste e l’assistito.

Nel lavorare con l’handicap è importante conoscerlo, sapere se è congenito o acquisito, valutare quando e come si è presentato, cogliere atteggiamenti di apparire come vittima. Dinanzi ad un atteggiamento di vittimismo, sarebbe importante comunicare che la persona da sola si mette in una posizione d’inferiorità, invece di farsi apprezzare per le sue qualità. Le persone disabili, portano con loro una sofferenza psicologica, oltre che fisica, molto grande; possono “conoscere” la  depressione, scompensi dovuti alla non accettazione di alcuni sintomi della malattia, difficoltà di distacco dalle figure genitoriali, e nei rapporti sociali.

Come fare per raggiungere un benessere psicologico?

Bisognerebbe, anche se non sempre le situazioni lo permettono, affrontare la vita con un grado di serenità che ci consente di fronteggiare le difficoltà e le sofferenze mantenendo un atteggiamento positivo con noi stessi e con gli altri. Una bella risata dà benessere, rende intelligenti, fa dimagrire e può incoraggiare per affrontare le prove che “la signora vita”ci propone. L’organismo ha bisogno di ridere. Con una risata, che non costa niente a chi la ma può essere di valore inestimabile per chi la riceve, abbattiamo tutte le “barriere”.

Annalisa Risi – Psicoterapeuta

Il presente articolo è presente a pagina 5 della pubblicazione numero 20 di Informa – Ecologia del benessere. Scarica il PDF della pagina o sfogliala da qui: