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Il cristallino, Sport

“Sei l’odore del borotalco”, intervista all’autore Sergio Mari

Posted: 01/06/2015 alle 2:43 pm   /   by   /   comments (0)

Calcio e vita si amano, si sfidano, si contrastano e si riconciliano in “Sei l’odore del borotalco”, il secondo lavoro narrativo di Sergio Mari, scrittore, artista ed ex calciatore professionista con quindici anni di carriera in campionati di serie B e C.
Il nuovo romanzo di Mari (edito da Gutenberg) sarà presentato il 3 giugno alla Feltrinelli di Salerno. Protagonista è un ex calciatore che ha buoni motivi per scappare via definitivamente dal mondo del calcio. Non ha mai confessato al suo caro genitore queste motivazioni e da qui un rapporto reciproco sicuramente non “ morbido”… Situazioni e storie di vita che chi ha vissuto una intensa carriera calcistica può comprendere. Informa Ecologia del Benessere ha incontrato l’autore, Sergio Mari.

 

La vita del protagonista del romanzo ruota intorno al calcio, in un rapporto simbiotico che con il tempo diventa sempre più asfissiante. Il desiderio di tantissimi è quello di appartenere a questo mondo ma, in questo caso, chi lo vive davvero decide di abbandonarlo…

La storia è proprio quella di un calciatore che non vuole più appartenere al mondo del calcio. La prima causa di questo abbandono è la violenza, che esiste e costituisce, per chi la incrocia, una minaccia perenne in questo mondo apparentemente dorato. Il giocatore che la percepisce subisce una rottura dell’equilibrio psico-fisico: si ritrova a giocare male e a scoprire la sua debolezza umana. La seconda è la pressione di chi si ritrova a vivere carriere lavorative a 100 all’ora (in questo caso carriera calcistica) e può capire quali sono i pericoli a rimanere imbrigliati in certi ingranaggi. Essere calciatori a grandi livelli porta automaticamente a perdere il contatto con il “quotidiano”, e subentra la paura di perdere ancora tutte queste cose”.

“Sei l’odore del borotalco” è un libro nel libro, con forti tratti autobiografici. Dal policlinico accanto al padre malato si fa un passo indietro all’infanzia del protagonista, in quegli anni ’70 in cui la vita non era che “la vita nei campetti” in compagnia del calcio e di altri amici, come Gigi e gli eroi dei fumetti di allora.
“La nostra era una generazione con una grandissima voglia di crescere, di diventare immediatamente grandi. Gigi si pone in contrapposizione al protagonista perché in realtà vuole restare bambino…”.

Tra i temi trattati nel libro, oltre a quelli legati al microcosmo calcistico, c’è il rapporto padre-figlio. Un rapporto che apparentemente sembra scricchiolare per la non condivisione delle scelte di vita ma che in realtà mostra ben altre sfaccettature…
“Nel libro c’è infatti un’attesa riconciliazione con il genitore e la scoperta che il calcio non “tutto oro”. Si arriva alla consapevolezza che il calcio può dare ma anche togliere determinando pressioni e debolezze”.

LA TRAMA – Un ex calciatore, da alcuni anni badante del padre, decide di scrivere un libro e di pubblicarlo. Un’altra frattura con l’anziano genitore che già da qualche tempo contesta le scelte fatte dal figlio, dopo il suo ritiro dal calcio. Il padre lo vorrebbe proiettato nel mondo del pallone, e anche dalla stanza d’ospedale ,dove si trova per un intervento subito, glielo ricorda continuamente. Perché la necessità di scrivere un libro sull’amicizia tra due ragazzi che giocavano a fare gli adulti? Che cosa hanno di importante quelle avventure insieme a Zagor e al Comandante Mark, gli eroi dei loro fumetti preferiti? Un passato ritenuto spesso felice, è da mettere a posto. Tra le mura bianche di un grande ospedale, un manoscritto gira per i corridoi e non si trova mai, in una stanza, la ventitré, quella dall’odore di caffè, si confessano paure da sempre taciute. Nel bar di sotto, intanto, su un tavolino a forma di pallone, c’è chi legge giornali troppo grandi di un’antica religione, ma è nel parcheggio di notte che un cucciolo di cane, nero dal collare rosso, sente la rabbia di un uomo che da sotto un ombrello, urla il suo desiderio più grande. Borotalco!

Scelto da Rivistainforma.it perché: “Calcio e vita: un binomio spesso dimenticato per porre attenzione ad altre storie, ad altre quotidianità legate al gioco più amato ed odiato. Un libro può ricordarci quanta “verità” e quanta “vita” si cela nelle storie di calcio, nelle ‘storie di pallone’. Un libro per capirlo, per amarlo e difenderlo ancora di più”.