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Approfondimenti

Saldi, offerte & C.

Posted: 20/07/2015 alle 7:36 am   /   by   /   comments (0)

E’ momento di saldi e si parte per la corsa all’affare. E’ certamente una tentazione ammirare le vetrine dove i capi espongono sconti anche del 50% ed oltre.  Per l’abbigliamento ed altri articoli voluttuari ci sono date precise e restano sempre validi i consigli degli esperti per fare acquisti ponderati, ma per il settore alimentare le offerte sono praticamente quotidiane e forse si fa anche meno caso a quello che si sta acquistando.

Ogni supermercato, infatti, ha le sue campagne sintetizzate sul “volantino delle offerte” che pubblicizzano vari articoli scontati, dai 3×2 ad altre iniziative di marketing. Ci sembrano talvolta occasioni strepitose, irrinunciabili, veri affari e poiché il cibo è comunque un prodotto di cui non possiamo far a meno, tendiamo a non riflettere molto su quello che acquistiamo. Invece proprio perché mangiare è un atto indispensabile alla vita e quello che mangiamo ha a che fare direttamente con la nostre salute è  bene riflettere su ciò che mettiamo nel carrello.

In che modo? Innanzitutto è bene avere uno schema mentale quotidiano (e se possibile anche settimanale) di quello che mangiamo pasto per pasto, avendo ben chiaro in mente la proporzione tra carboidrati, proteine, grassi, etc. e la loro distribuzione sia in quantità che in qualità che introduciamo nel nostro organismo.

per ciò che riguarda uno stile alimentare corretto uno strumento molto utile è la piramide alimentare che può guidarci nella scelta degli alimenti e di conseguenza anche negli acquisti che facciamo al supermercato, senza dimenticare che alla base di una dieta sana c’è anche una regolare attività fisica.

Tornando all’argomento “offerte” dovremo far attenzione alla tipologia di prodotti in promozione: qualora fossero prodotti che ci indurrebbero a consumare quantità di carne, grassi o dolci fuori dagli standard ideali, è bene non cedere alla tentazione. Infatti la febbre dell’acquisto, quell’attitudine allo shopping compulsivo a cui il consumismo ci ha abituato, abita anche i “non luoghi” degli iperdiscount o dei supermarket, anche se oggi forse in una forma più attenuata a causa della crisi.

Inutile dire che, come è ovvio, le offerte sono generate da esigenze di mercato (prodotti con scadenze molto prossime, o eccedenze di prodotto invenduto) e pertanto è bene farsi condizionare solo se l’acquisto risponde anche ad una nostra esigenza e non solo perché è un’offerta. E d’altra parte se poi l’eccedenza, come è molto probabile, finirà nella spazzatura non solo non è un affare, ma è anche un imperdonabile spreco.

Su questo tema si stanno mobilitando in rete alcuni movimenti che premono affinché si approvi una legge, come ha già fatto la Francia, che obblighi i supermercati a donare i prodotti invenduti a quanti ne hanno necessità (poveri, senza tetto, organizzazioni che si occupano di mense per bisognosi, etc.). I sostenitori di questa campagna su Avaaz sono convinti che “possiamo davvero nutrire l’intero pianeta, se smettiamo di sprecare un terzo di tutto il cibo che produciamo, costringendo milioni di persone alla fame.”

Bisogna però anche riconoscere che probabilmente il nodo è ancor più a monte, cioè nel nostro modo di produrre, come se non ci dovesse mai essere un tetto, un limite all’incremento della produzione e quindi della vendita. La soluzione sarebbe forse molto banale e semplice: produrre solo quello di cui si ha bisogno, arrestando la corsa sfrenata verso una crescita infinita, per arrivare a quella che Serge Latouche chiama la “decrescita felice”.

Foto: tratta dal web