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Arte e cultura

L’arte che fa stare bene: la comicitá di massimo troisi – antefatti storici

Posted: 18/09/2011 alle 4:10 pm   /   by   /   comments (0)

Il Premio Massimo Troisi, concorso letterario per scrittura e recitazione comica, espressamente dedicato allo spettacolo giovanile nei predetti campi,  che si svolge a Villa Bruno, splendido esempio di villa vesuviana, una delle splendide Ville vesuviane del Miglio d’oro, siamo a San Giorgio a Cremano, è tra le iniziative culturali più nobili dell’Europa.

Per chi leggesse dalle tante città che possono agevolmente accedere alla rivista INFORMA, San Giorgio a Cremano è una città della cintura napoletana. La storia del concorso, che si potrà approfondire anche in Wikipedia (https://it.wikipedia.org/wiki/Premio_Massimo_Troisi) muove dall’ormai lontano 1996. Troisi era già morto da due anni, appena dopo l’ultimo ciak dello straordinario film IL POSTINO, arricchito dal tema scritto da Luis Bacalov:

Inizialmente era un concorso di corto comico e selezione di nuovi attori. Fu preceduto e preparato da una grande Mostra su Massimo Troisi e da due laboratori teatrali (“Il giardino del teatro” e “Il teatro del fuoco” ) diretti dall’attore Renato Carpentieri.

Il Premio è aperto a contributi di genere comico provenienti sia dall’Italia che da altri Paesi. Dal 2001 si è aperto anche alla accoglienza di eventi musicali: Renzo Arbore, Lucio Dalla, Eduardo De Crescenzo, Tiziano Ferro … e delle mostre cinematografiche dei grandi cineasti e attori italiani: Vittorio De Sica, Peppino De Filippo,. Nino Taranto, Tina Pica, Ugo Tognazzi …

Questo grande evento che ogni anno si ripete con successo, fornendo una vetrina straordinaria a chi scrive e recita la comicità, non poggia sul nulla. Essendo inutile evidenziarne la grande valenza culturale, i benefici economici e, soprattutto, in chiave salutistica, i benefici effetti apportati dalla comicità, dal sorriso, dalla risata, è il caso di evidenziare che di arte in genere, in Campania, si sono occupati anche i re. Lo hanno fatto anche durante i conflitti per la spartizione della Campania, del regno, dell’Europa. Re Federico I di Napoli,a  esempio, disse a Leonardo additando la Gioconda, disse: Per dipingere un ritratto come quello non è sufficiente essere un grande artista: occorre saper penetrare in tutti i più riposti segreti del cuore femminile, vero labirinto di dedalo, matassa che neppure il diavolo saprebbe sbrogliare. Ecco qui per, esempio, la si può giudicare modesta, umile, quieta, con quelle mani congiunte come una monacella; eppure, vatti un po’ a fidare, va’ un po’ a scrutarle in fondo all’anima!

Non sappiamo se in quel periodo l’arte unisse o dividesse i popoli europei. Di certo c’è che quando  Federico salì al trono non si erano ancora estinte le rivendicazioni francesi: volevano a tutti i costi la corona di Napoli. Carlo VIII nel 1495 aveva invaso il regno, ma fu successivamente sconfitto e dovette rientrare in Francia sgombrando il campo al sovrano aragonese. Anche Luigi XII, successore di Carlo V, si fede avanti con determinazione, appoggiato da Ferdinando II d’Aragona, il cugino di Federico. Diventò famoso con il nome di Ferdinando il Cattolico. È noto che tra i due sovrani si accordarono per spartirsi il regno. L’accordo fu sancito a Granada. Era l’undici novembre 1500. La notizia dell’accordo fu diffusa nel 1501: la Campania e gli Abruzzi andavano a Luigi; l’Apulia e la Calabria erano attribuite a Ferdinando.

Federico, ignorando lo scellerato accordo, sguarnì le difese aprendo i castelli calabresi agli spagnoli, certo che lo avrebbero aiutato. Scoperto l’inganno si accordò con l’esercito francese e cedette regno a Luigi. Ne ebbe in cambio la contea del Maine. Avrebbe potuto tramandarla ai propri eredi, con una pensione vitalizia. In realtà l’accordo di Granada non fu mai rispettato. Infatti, e siamo nel 1504, Ferdinando il Cattolico conquista il regno con le armi e ne assume il comando. Nello stesso anno dichiara l’annessione del regno alla corona di Spagna e costituisce il Vicereame. Napoli e il tutto meridione italiano restano possedimento diretto dei sovrani spagnoli fino alla fine della Guerra di Successione Spagnola. E siamo nel 1713.

Per finire, travalicando i confini campani, invitiamo all’ascolto dei seguenti file audio e a prestare particolare attenzione ad ALBEGGIARE DI PAROLE: esecuzione formidabile di Paolo ALBANI.  Si consiglia caldamente di finire con SPLEEN: https://www.paoloalbani.it/Audio.html

Alessia e Michela Orlando – Scrittrici