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Salute

I fattori di rischio cardiovascolare

Posted: 26/04/2008 alle 7:27 pm   /   by   /   comments (0)

Le malattie cardiovascolari rappresentano la principale causa di morte in tutto il mondo (43%) e in modo particolare nei paesi industrializzati. Le previsioni a lungo termine non sono confortanti e l’incremento della morbilità (aumento del numero di persone che si ammalano) e della mortalità, in particolare legato allo scompenso cardiaco, è previsto essere in crescita esponenziale.

Le recenti acquisizioni sulla fisiopatologia della placca aterosclerotica, sull’attivazione del sistema emocoagulativo, le nuove tecniche diagnostiche e le moderne terapie, hanno permesso di trarre notevoli benefici, in termini di vite salvate, in patologie come l’infarto miocardico acuto e le sindromi coronariche acute. Tale successo non ha comunque contribuito alla riduzione dell’incidenza della malattia aterosclerotica e per questo motivo è auspicabile che in futuro si potenzi la ricerca di base e si istituiscano precisi programmi di prevenzione.

L’analisi del costo economico e speciale delle attuali terapie dimostra senza alcun dubbio che prevenire risulta meno dispendioso che curare. La prevenzione deve diventare la strategia terapeutica da adattare al fine di limitare le ospedalizzazioni ed è in questa direzione che occorre investire tempo e denaro. La prevenzione efficace prevede l’individuazione e la cura dei fattori di rischio che, pur rappresentando situazioni che facilitano l’insorgenza delle malattie cardiovascolari, non possono essere evitate e/o controllate. Chi presenta questi fattori non può far altro che porre una maggiore attenzione sul proprio stile di vita.

I principali fattori di rischio non modificabili sono i seguenti: l’età, il sesso e la familiarità.

Più importanti ritengo che siano i fattori di rischio modificabili perché su di essi si può agire adattando idonei provvedimenti. Alcuni di questi fattori di rischio sono abitudini nocive di vita, altri sono invece delle condizioni patologiche, spesso asintomatiche, quindi difficili da individuare se non le si va a cercare. I principali fattori di rischio modificabili sono:

l’ipertensione arteriosa, il fumo, la dieta scorretta, l’obesità, l’ipocolesterolomia, il diabete mellito, la sedentarietà. In questa breve chiacchierata l’aspetto che mi interessa sottolineare è quello della sedentarietà. Vari termini sono stati utilizzati per affrontare la problematica del rapporto tra esercizio fisico e malattia aterosclerotica. Comunemente si parla del fattore di rischio “vita sedentaria”, termine che si riferisce anche al tipo di attività lavorativa. La definizione “inattività fisica” è forse un termine troppo restrittivo. Io penso che il termine “ridotto esercizio fisico” possa letteralmente meglio definire il problema. Molti studi osservazionali hanno documentato che l’attività fisica programmata è in grado di ridurre la mortalità cardiovascolare.

I meccanismi con cui l’esercizio fisico può avere effetti benefici sono la diminuzione del peso corporeo, la riduzione dei valori della pressione arteriosa ed il miglioramento del quadro lipidico con l’aumento del colesterolo “buono” (HDL).

Altri possibili meccanismi sono l’aumentata sensibilità all’insulina e, in base ad ultime ricerche, l’antiaggregante delle piastrine. Non va ignorato infine che l’esercizio fisico programmato aumenta la capacità del cuore di adattarsi allo stimolo adrenergico. Si ha quindi un miglioramento tra apporto e consumo di ossigeno cardiaco con stimolazione anche di circoli coronarici collaterali.

Questi dati consigliano di prescrivere a tutti l’espletamento di una certa attività fisica al fine di ottenere il migliore risultato di rivolgersi sempre a gruppi di lavoro specializzati, cioè a palestre qualificate, in grado di proporre programmi personalizzati in base all’età ed alle capacità fisiche.

La comprensione dei fattori di rischio con l’attività fisica è una procedura a basso costo ed è di facile attuazione, anche se la prevalenza di soggetti costituzionalmente pigri (poltrona, cioccolatini, televisione) in Italia è rilevante.

L’attività fisica dovrebbe essere suggerita a tutti e desidero concludere sottolineando che, a mio avviso, tra le misure preventive non farmacologiche, l’esercizio fisico insieme al non fumare ha un altissimo valore preventivo per le malattie cardiovascolari.

Dott. Giuseppe M.Monaca

Specialista in malattie cardiovascolari